scarica il volantino SCIOPERO GENERALE FIOM: SE NON ORA QUANDO?per difendere i diritti di tutti i lavoratori, per rilanciare il movimento studentesco
le ragioni che ci uniscono, le risposte da mettere in campo
SABATO 22 GENNAIO, ORE 16:00sala conferenze Museo Colonna
Lungomare G. Matteotti, 131 (c/o piazza Primo Maggio),
PESCARArelatori:
Francesco Cori - Coordinamento Precari Scuola Roma
Nicola di Matteo - segretario regionale Fiom Abruzzo
Andrea Devoto - esecutivo naz. FGCI
Francesco D'Agresta - coordinamento naz. Giovani Comunisti/e
con l'intervento di esponenti del movimento studentesco e dei precari della scuola dal territorio regionale
Coordinamento regionale unitario Giovani Comunisti/e - FGCI Abruzzowww.giovanicomunistiabruzzo.org -
http://fgciabruzzo.blogspot.com/info: 3890495143 - 3467472064
Documento politico per il coordinamento regionale unitario GC - FGCI
La fase politica che stiamo vivendo mette in rilievo, in modo ancora più evidente, la crisi che attraversa il sistema capitalista, a causa delle sue forme autoritarie di “ristrutturazione”: un attacco, tanto vile quanto duro, ai diritti dei lavoratori e degli studenti.
I casi di Pomigliano e Mirafiori ne sono gli esempi più eclatanti. Cosi come la disastrosa controriforma Gelmini, che mina alla base la possibilità stessa di poter sviluppare in Italia un sistema della formazione dove ricerca, progresso culturale, accesso alla conoscenza paritario per tutti degli studenti siano le priorità dell'intervento dello Stato.
Sul lavoro. Oggi, nel nostro paese, è possibile assistere alla proclamazione di referendum vertenti non solo, come asserisce la propaganda, sulla possibilità di abbandonare gli investimenti della Fiat nelle fabbriche italiane, bensì su riduzione delle pause, sovraccarico di straordinari e su diritti INDISPONIBILI dei lavoratori (diritto di sciopero su tutti). Ciò vuol dire che nemmeno gli stessi lavoratori a tali diritti possono rinunciare.
Ben 2 referendum capestro, in cui è stato detto ai lavoratori o si vota a favore delle innovative (leggi ottocentesche) politiche aziendali o l’azienda stessa delocalizza, lasciando senza presente né futuro migliaia di operai. Gli effetti che tale eventualità avrebbe sono noti, ed hanno portato ad un’espressione di voto non libera, non convinta, non voluta, sotto il ricatto mafioso ed arrogante di una classe dirigente sempre più aggressiva nel suo programma di ristrutturazione sociale in senso antidemocratico.
Ma gli straordinari risultati del “no” di Pomigliano prima e di Mirafiori poi rappresentano una grande risposta della classe operaia che non si è lasciata intimidire dai ricatti di Marchionne, ed ha rilanciato con lo sciopero generale FIOM indetto per il 28 gennaio, aperto alla mobilitazione del movimento studentesco, sciopero che noi riteniamo debba essere trasformato esteso a tutti i lavoratori e di tutti i settori sociali in lotta contro l'offensiva padronale e la destra politica. E' per questo che siamo e saremo con gli operai e le operaie della FIOM nella loro lotta non solo per il contratto, ma per l’esistenza stessa di un sindacato che sia ancora espressione dei lavoratori e non contro di essi.
La fase è segnata da un attacco ignobile al diritto allo studio, a cui noi, al fianco e come componente d'avanguardia del movimento studentesco, cerchiamo di porre un freno. I tagli del FFO alle università, l’inserimento dei privati (anche non investitori) nei CdA d'Ateneo, che vanno a sostituire il già antistudentesco e baronale Senato Accademico, i tagli drammatici (84%) alle borse di studio statali basate sul reddito, rimpiazzate dal “prestito d'onore” in nome di una falsa meritocrazia classista, sono volti evidentemente a rendere la nostra società più ignorante, più elitaria, meno solidale, meno critica. Affinché le attuali classi dirigenti possano continuare a disporre della cosa pubblica a proprio comodo.
Noi non ci stiamo. E' partendo principalmente da questi due dati, ovviamente non gli unici (potremmo parlare della crisi internazionale del capitale, della guerra senza fine in Afghanistan, di un’Europa che si rivela solo dei mercati e non delle persone, men che meno dei lavoratori), impone una riflessione sul futuro, nel XXI secolo, dei giovani italiani e, tra i giovani, sul ruolo di noi comunisti.
Che fare? Noi, dall’Abruzzo, recependo il messaggio unitario della Federazione della Sinistra, vogliamo unire gli sforzi e, sin d’ora, dare avvio a progetti e iniziative concrete sui territori, così come a momenti di confronto e di elaborazione politica e ideologica. Tutto ciò insieme. Perché l’unità dei comunisti e di tutta la sinistra di alternativa, oggi più di ieri, è la via da seguire tanto a fronte della deriva da basso impero della destra politica e degli attacchi padronali, tanto a fronte del complesso di un bipolarismo che, benché sia stato il tentativo di dare una forma politica perfetta alla stabilità della restaurazione sociale antidemocratica, è oggi sempre più in crisi, a fronte delle istanze di alternativa avanzate della ribellione sociale che progressivamente va crescendo nel paese.
E se noi, come vogliamo e crediamo, sentiamo forte l’esigenza di opporci, lottare, contestare, proporre, dobbiamo unirci, partendo da ciò che ci unisce, in tutti i territori, al di là della varia presenza delle nostre organizzazioni, sviluppando percorsi ed iniziative unitarie delle due organizzazioni giovanili, a concretizzare la rinnovata unità dei giovani della Federazione e il messaggio, altrettanto forte, che da noi parte, la voglia di riunire tutti i comunisti e tutto il popolo della sinistra di alternativa.
La prospettiva è tracciata. Noi comunisti, noi giovani, aspiriamo ad essere un'unica più grande forza che guidi la nostra generazione verso la consapevolezza di dover lottare per i propri diritti, nella volontà, insopprimibile, di resistere, contestare, proporre l’alternativa.
Per questo proponiamo la costituzione di un “coordinamento regionale unitario” delle organizzazioni giovanili aderenti alla FdS (GC e FGCI). Un organismo unitario, espressione delle esigenze e delle proposte di tutti i militanti, in movimento per la trasformazione dello stato di cose presenti, per tornare, in Abruzzo, a lottare. Insieme.