Giovani Comunisti/e L'Aquila

sabato 24 ottobre 2009

protesta delle tendopoli di Tempera, Paganica, S.Gregorio, Italtel 2, Globo, S. Giacomo, Arischia


Siamo gli abitanti delle tendopoli di Tempera, Paganica, S.Gregorio, Italtel 2, Globo, S. Giacomo, Arischia. Abbiamo vissuto per 7 mesi nei campi di accoglienza allestiti subito dopo il terremoto. Siamo rimasti nei comuni di residenza ed abbiamo contribuito alla ripresa socio-economica del territorio. Adesso ci dicono di allontanarci a 100 chilometri da qui, costringendoci ad affrontare spostamenti che per la nostra condizione sono insostenibili.
E' un nostro diritto restare sulla nostra terra, pertanto chiediamo soluzioni abitative immediate per non essere deportati lontano dal nostro lavoro, dalle nostre scuole, dai nostri affetti e dalle nostre esistenze.
Per questo motivo oggi abbiamo esposto striscioni e manifestato fuori le nostre tendopoli.

24/10/09,
Gli abitanti delle tendopoli di Tempera, Paganica, S.Gregorio, Italtel 2, Globo, S. Giacomo, Arischia

martedì 20 ottobre 2009

Sabato 24 ottobre montiamo tende in tutte le piazze d'Italia, diamo voce alla condizione degli sfollati aquilani


Invitiamo ad aderire all'appello alla mobilitazione per sabato 24 ottobre lanciato dalla popolazione aquilana, che si prepara col termometro già sotto lo zero ad affrontare l'inverno appenninico nelle tende allestite subito dopo il terremoto.

Alle 6000 persone che sono rimaste per necessità lavorative e familiari sui luoghi colpiti dal sisma, contribuendo in maniera fondamentale alla ripresa economica e sociale del territorio, è stato detto dopo sei mesi di tendopoli di trasferirsi in alberghi lontani anche oltre cento chilometri dai comuni di residenza. Avrebbero avuto pieno diritto a una soluzione semplice ed efficace come moduli abitativi removibili, e non di essere all'ultimo momento costrette ad affrontare spostamenti quotidiani che soprattutto per gli strati sociali più deboli comportano gravi difficoltà economiche, sommate spesso alla perdita del lavoro oltre che della casa.

Governo e protezione civile hanno lasciato gli sfollati per mesi nelle tendopoli con la promessa della realizzazione del piano C.A.S.E., dimostratosi poi insufficiente di fronte all'esigenza abitativa e in forte ritardo nei tempi di ultimazione, oltre ad essere un errore dal punto di vista urbanistico.

Il dramma del terremoto è stato trasformato in una indecente operazione di propaganda dal "Governo del fare": l'arroganza delle 23 visite di Berlusconi circondato da mille telecamere contro il totale silenzio sulle necessità reali degli sfollati lasciati nelle tende - in una condizione che solo chi ha provato riesce a comprendere.

A fronte di tutto ciò le istituzioni locali hanno mostrato una subalternità complice e inaccettabile per il Partito della Rifondazione Comunista, che anche per questo motivo è uscito dalla giunta comunale dell'Aquila ed è passato all'opposizione.

Già ad un mese dal terremoto noi Giovani Comunisti/e avevamo sollecitato, oltre alla requisizione delle case sfitte agibili, l'utilizzo dei moduli abitativi provvisori o removibili, misure che sono state adottate solo a fronte dell'emergenza provocata dal maltempo dell'ultimo mese ma in quantità ancora del tutto insufficienti (solo 500 unità).

Sabato 24 ottobre montiamo tende in tutte le piazze d'Italia, diamo voce a ciò che accade a L'Aquila e pretendiamo soluzioni reali e immediate per gli sfollati aquilani!

Francesco Marola
Silvia Cicino

Giovani Comunisti/e L'Aquila

per aderire su facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=163410832270&index=1


ADESIONI:

BERGAMO dalle 15.00 alle 19.00 Piazza Vittorio Veneto. - organizza: Brigate della Solidarietà attiva e Giovani Comunisti

PORDENONE ORE 10.00Ponte di Adamo ed Eva - organizza: Brigate della Solidarietà, PRC

TORINO dalle 9.00 alle 12.00via Arquata - Nichelino dalle 9 alle 12.00 - organizza: GAP, PRC, Giovani Comunisti

MILANO Volantinaggio al GAP prc di Via Lagosta dalle 10 alle 14. Volantinaggio presso il Gazebo prc dalle 13 alle 20 in Largo Cairoli dove passerà la manifestazione per il lavoro. Volantinaggio in via senieri dalle 10 alle 13 - organizza: GAP, PRC

GENOVA volantinano dalle 9 durante la distribuzione dei generi alimentari contro il carovita a Sestri ponente, ponte decimo, san Teodoro - organizza: PRC, GAP

FIRENZE Prc ed I Gap Firenze volantinano dalle 9a Sorgane Casa del popolo ponte a Ema Casa del popolo Isolotto Circolo Arci careggi dalle ore 15.00 alle 19.00Piazza Santa Maria Novella Portate delle tende! - organizza: Brigate della solidarietà attiva, Prc, Collettivi

ROMATORPIGNATTARA VOLANTINAGGIO IN PIAZZA DURANTE IL GAP DEL PRC

SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) ore 17.00Viale Secondo Moretti - organizza: Brigate della Solidarietà Attiva e PRC

PESCARA ore 16.00-19.30 Piazza Sacro Cuore ore 21.00Piazza Unione Gazebo con proiezione immagini e musica - organizza: Brigate della Solidarietà Attiva, Abruzzo Social Forum, PRC, Giovani Comunisti, movimentazioni, collettivo ondalibera

CHIETI ore 18.30 Piazza Vico - organizza: PRC

TERAMO VOLANTINAGGIO CON TENDE A PIAZZA MARTIRI DALLE 10 ALLE 12 E 30

ROSETO DALLE 10 ALLE 12 E 30, PIAZZALE DELLA STAZIONE - organizza: PRC

AMANTEA volantinaggio durante il corteo contro le navi dei veleni dalle 9.00 - organizza: PRC


Brigata di solidarietà attiva a Firenze

giovedì 15 ottobre 2009

Avanti Brigate, andiamo ovunque!


Pubblichiamo un resoconto sull'esperienza della Brigata di Solidarietà Attiva scritto dal nostro compagno e fratello Francesco Piobbichi, resp. naz. Partito sociale Prc-Se


Suona il telefono “ciao, sono un compagno di Messina, sono venuto con le Brigate all'Aquila, stiamo organizzando una Brigata della Solidarietà per dare una mano alle persone alluvionate, come possiamo fare?”…6 mesi fa una telefonata come questa sarebbe stata inimmaginabile, oggi invece mi pare normale per un partito come il nostro che si è misurato con la sfida di una mutazione antropologica della militanza.

In Abruzzo abbiamo provato a rendere utile socialmente la nostra organizzazione sperimentando una differente modalità nel fare politica. 6 mesi, 180 giorni, sono un'eternità per la gestione di un intervento di questo tipo, lo sono perché è stato una sorta di miracolo - con una struttura che si è andata formando in presa diretta sul campo - vedere circa 700 attivisti/e venire da tutta Italia a dare una mano. Con loro sono arrivati 200 tra camion e furgoni di generi di prima necessità, con loro abbiamo tenuto aperte e costruito 3 cucine, 3 spacci popolari, 1 tenda sociale, uno sportello legale, una lavanderia popolare, ed un servizio di “volante della solidarietà” per consegnare nelle prime settimane cibo ed indumenti a chi non era registrato dentro i campi.

Un’esperienza che ha raccolto molte storie differenti; di Ultras e di scout, di persone in libertà vigilata e cassaintegrati, di libertari e fedeli alla linea, di cuochi e “persone de core”. Una dimensione popolare in cui molti compagni hanno dato tanto del loro tempo, instaurando una relazione con la popolazione estremamente positiva che sarà destinata a durare a lungo. E' stata un'impresa collettiva, una sorta di miracolo in un'Italia malata di egoismo e antipolitica. Se c'è qualcuno ancora che pensa di ricostruire in questo paese un'idea nuova del fare politica non può che partire da questa esperienza e dalla potenzialità che questa ha generato pur tra mille difficoltà e contraddizioni. Ma la cosa che questa esperienza lascia a tutti e tutte, e che la solidarietà tra pari, come le pratiche sociali che in questo spazio si determinano sono il cemento per la ricostruzione dell'agire politico e sociale.

Chi è stato a Tempera, a Camarda, ad Aragno, a Pescomaggiore, a Filetto è tornato con un tatuaggio indelebile che rimane addosso per tutta la vita, tanti giovani come non ne vedevo da tempo hanno attraversato questa esperienza, dimostrando che non è poi così vero che l’orizzonte del mondo giovanile sia solamente la massificazione consumista. Densità di rapporti sociali, lacrime e sorrisi, conflitti e feste, condivisione dei bisogni e delle paure, lavorare “con” i cittadini senza mai mettersi sul piedistallo del potere che offre dare una mano a chi è in difficoltà. Favorire l'autorganizzazione, non è stato semplice, così come lavorare per la presa di voce contro la delega in un contesto invece che andava in direzione opposta.

Le Brigate, la loro modalità di lavoro è una eccezione positiva alle classiche associazioni della protezione civile, una struttura di attivismo sociale non neutra, che lavora per cambiare socialmente il contesto in cui opera, una struttura che nel livello simbolico si è posta fin dall'inizio l'obbiettivo di ridare legittimità alla tradizione della solidarietà del movimento operaio. Ma se questa nostra identità non è stata nascosta essa non ci ha impedito di lavorare come una struttura pragmatica, aperta sulla pratica dell'obbiettivo, mediando con le istituzioni, operando con soggetti che non hanno la nostra stessa visione del mondo sia all'interno che all'esterno delle Brigate. Ritengo che questo sia un punto di forza del modello d'intervento che abbiamo costruito, un modello che è riuscito a bilanciare solidarietà e conflitto, cosa non sempre facile e sulla quale si è dovuto discutere parecchio trovando un punto di equilibrio che ci ha permesso di attraversare fasi difficili.



Essere riusciti a delineare un modello differente di protezione civile che abbiamo definito popolare, che si è misurato nelle pratiche di solidarietà ma anche di conflitto, partecipando al contro g8 e alle mobilitazioni dei comitati è secondo me una vittoria enorme. Una vittoria perché lavorare controcorrente all'interno di un meccanismo emergenziale, tipico della shock economy non è stato facile, anche perché abbiamo nuotato contro una campagna mediatica gestita da Berlusconi che ha trasformato l’Aquila in un set cinematografico. La nostra legittimità però l’abbiamo conquistata sul campo, non con le parole ma con i fatti, mentre c’era chi sfilava in piazza D’Armi in passerella noi eravamo tra le persone, con i comitati, denunciando fin da subito la critica al modello bipartisan di ricostruzione adottato, il consumo del territorio, l'emergenza lavoro e la speculazione sul caro affitti.

Se dovessi fare un paragone azzardato così come nel terremoto dell'Irpinia abbiamo assistito all'irrompere del volontariato come contenitore che ha recepito molte energie in fuga dalla sconfitta del ciclo di lotte degli anni sessanta e settanta, allo stesso modo possiamo pensare in maniera piuttosto ardita che all'Aquila si siano gettate le prime basi per provare a politicizzare il lavoro sociale a partire dalla diversità delle pratiche sviluppate. La vera differenza con le altre associazioni consiste nel fatto che non vi è stata differenza tra noi e la popolazione, alcuni giorni eravamo indistinguibili anche se avevamo le pettorine. Dal popolo per il popolo recitava una frase scritta sullo spaccio di Tempera, non era uno slogan, ma la constatazione che c'era una effettiva parità di condizione sociale e materiale, di precari che davano una mano a chi non aveva più una casa. Una composizione “popolare” quindi, dove i ruoli e l'autorevolezza si sono conquistati sul campo, discutendo, litigando, mediando.

In un'assemblea un ragazzo ha detto che è proprio perché siamo sconfitti socialmente nella vita di tutti i giorni nelle nostre città, che riusciamo a porci come “paritari” con le persone alle quali stiamo una mano dopo che il terremoto ha distrutto le case, penso che questo sia un punto da sottolineare. Ed è questo forse uno degli insegnamenti primari che viene da questa esperienza che proseguirà ancora oltre la chiusura del campo di San Biagio in Tempera, non solo all'Aquila ma in tutta Italia. Alla Lasme di Melfi, il 15 agosto le Brigate erano davanti il presidio dei lavoratori ed hanno organizzato la loro cucina a sostegno della lotta degli operai, così come lo hanno fatto con gli insegnanti precari di Benevento dando sostegno alla loro lotta mentre erano sul tetto del provveditorato, cosi è stato fatto per i precari che in queste settimane sono stati accampati davanti il ministero dell'istruzione.

Teniamo vivo lo spirito delle Brigate, ovunque, non perdiamoci di vista ed organizziamo le Brigate della Solidarietà nei nostri territori, per questo motivo ritengo che questa struttura di solidarietà debba dotarsi di una propria forma associativa tale da permetterle di operare sia negli interventi di protezione civile che nelle nuove forme di azione diretta a sostegno dei conflitti e delle vertenze. Nella crisi del terremoto abbiamo capito come poter operare nel terremoto della crisi questo è l’altro punto di riflessione, l’egoismo e la guerra tra i poveri, l’ansia sociale, la solitudine, il senso di colpa della propria condizione di vita sono il cemento con il quale le classi dominanti hanno vinto in questi anni, dopo questa esperienza possiamo concretamente sentirci una grande comunità che mette al centro del proprio agire la solidarietà. Abbiamo fatto insieme un gran bel lavoro, avanti Brigate, andiamo ovunque!



(foto: 27 settembre, Tempera ringrazia la Brigata di Solidarietà Attiva)

mercoledì 7 ottobre 2009

Bocciato il lodo Alfano!!! Ora cacciamo il governo di ladri e corruttori!!!


FERRERO, PRC: LODO ALFANO, BENE CONSULTA. BOSSI LASCI PERDERE. NON CI FAREMO INTIMIDIRE DA CIARLATANI COME LUI

Comunicato stampa.

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se.

Plaudo alla decisione della Corte costituzionale che ha bocciato totalmente e senza possibilità d'appello il cosiddetto "lodo Alfano", in quanto vìola il principio di uguglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Alla Corte va il plauso di tutti i sinceri democratici del nostro Paese che hanno bocciato senz'appello una legge vergognosa e illegittima che voleva cercare di salvare la faccia e le fortune, costruite sul malaffare, del nostro Premier e di tutti gli altri potenti che pensano di poter essere e comportarsi impunemente da corruttori e mafiosi come fa Berlusconi.

A Bossi, che minaccia il ricorso al popolo, ci limitiamo a dire di lasciar perdere e di non svegliare il cane che dorme. Troppi partigiani, uomini e donne, sono morti per costruire una Repubblica libera e democratica come quella italiana, che si basa e si regge sulla sua Costituzione, per potersi fare spaventare - loro e i loro discendenti, cioè tutti noi - da quattro ciarlatani alla cui testa si vogliono mettere eversori e corruttori.


FEDERAZIONE DELLA SINISTRA DI ALTERNATIVA (RIFONDAZIONE COMUNISTA, PDCI, SOCIALISMO 2000
): BERLUSCONI SI DIMETTA, SI VADA SUBITO AD ELEZIONI ANTICIPATE

Adesso Berlusconi, il corruttore dell'avvocato Mills, si dimetta e si vada alle elezioni anticipate. Lo abbiamo chiesto mesi fa e lo richiediamo oggi, il Presidente del Consiglio non ha l'autorità morale per guidare il paese, è un corruttore come testimoniano gli atti processuali. La Costituzione repubblicana è nata dalla lotta di resistenza, la sentenza della Corte Costituzionale le rende giustizia e non ci fanno paura gli strepiti e i ricorsi alla piazza che minaccia la destra. Difenderemo la Costituzione con la più vasta mobilitazione popolare da chi la vuole piegare, in continuità con il progetto eversivo della P2, ai voleri dei potenti. Proponiamo inoltre alle forze democratiche di fare un accordo per una brevissima legislatura di garanzia costituzionale che approvi la legge sul conflitto di interessi, cancelli le misure sulla giustizia approvate dal governo Berlusconi e approvi una legge elettorale proporzionale che superi l'attuale legge truffa la quale regala ad una destra minoritaria nel paese la maggioranza dei deputati eletti.

A difesa della Costituzione della Repubblica, domani, giovedì 8 ottobre, tra le 17.30 e le 19.00, la Federazione della Sinistra organizza presidi davanti alle Prefetture chiedendo le dimissioni del capo del Governo.


da Repubblica

Consulta: lodo Alfano illegittimo, "Viola il principio di uguaglianza"
Una sentenza che di fatto sblocca i due procedimenti giudiziari a carico del premier. Prima del verdetto la minaccia di Bossi: "Non sfidare l'ira dei popoli"
Pronuncia a maggioranza dei giudici della Corte costituzionale sulla legge che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato. "E' in conflitto con gli articoli 3 e 138 della Carta"

Palazzo della Consulta, sede della Corte costituzionale
ROMA - Il lodo Alfano è illegittimo, perché viola ben due norme della nostra Carta costituzionale: l'articolo 3, che stabilisce l'uguaglianza di tutti i cittadini (anche di fronte alla legge); e l'articolo 138, che impone l'obbligo, in casi del genere, di far ricorso a una legge costituzionale e non ordinaria. Lo hanno deciso, a maggioranza, i giudici della Corte costituzionale, riuniti in seduta plenaria dalla mattinata di ieri, a proposito del provvedimento che i processi per le prime quattro cariche dello Stato.
Una bocciatura a tutto campo, dunque, per il provvedimento fortemente voluto da Silvio Berlusconi. Una decisione attesissima; forse la più importante sul piano delle ricadute politiche, degli ultimi anni. Anche perché, sul piano pratico, sblocca i due processi a carico del premier (per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato Mills, e per reati societari nella compravendita dei diritti tv Mediaset), congelati proprio a causa del lodo.
I magistrati sono entrati in Camera di consiglio ieri, ma la giornata si è conclusa con una fumata nera. Da qui la seconda riunione, quella odierna: mattinata ancora con un nulla di fatto, e poi, nel pomeriggio, la pronuncia è arrivata. Una scelta non facile, quella dei giudici. Anche perché tra i membri della Corte si è consumato uno scontro tra i favorevoli e i contrari. Fino alla decisione finale.
Ancora stamattina, il ministro della Giustizia Angelino Alfano aveva difeso con forza la legge: un provvedimento - queste le sue parole - "in cui noi abbiamo confidato, ritenendo di avere applicato tutti i precetti della precedente sentenza della Consulta". Ma ora la Corte gli ha dato torto. Ma, sempre prima della pronuncia della Consulta, le parole più forti le ha pronunciate Umberto Bossi: "Non sarà bocciato, speriamo bene: ma non si può sfidare l'ira dei popoli. Se il lodo sarà bocciato la Lega trasformerà le elezioni regionali in un referendum sul premier". Parole, le sue, che hanno provocato reazioni forti di condanna, da parte di tutti i partiti di opposizione.
Quanto a Berlusconi, ha atteso la pronuncia dei giudici costituzionali nella sua residenza di Palazzo Grazioli con un pugno di fedelissimi, del Pdl e della Lega. Presenti, tra gli altri, Gianni Letta, Alfano e Bossi col figlio Renzo. Subito dopo l'ufficializzazione della sentenza, la riunione si è sciolta.

(7 ottobre 2009)

giovedì 1 ottobre 2009

sabato 3 ottobre manifestazione precari della scuola


Sabato 3 ottobre a Roma avrà luogo la manifestazione dei precari della scuola.

Il corteo partirà alle ore 14.30 da Piazza della Repubblica, passerà in Piazza del Popolo, dove una delegazione di insegnanti precari sarà chiamata a parlare dal palco della manifestazione in difesa della libertà di stampa, e poi proseguirà verso Viale Trastevere dove si concluderà la manifestazione.

I/le Giovani Comunisti/e sono in tutta Italia concretamente impegnati a sostenere le rivendicazioni degli studenti e delle precarie e dei precari della scuola per il ritiro dei tagli, il ripristino dei finanziamenti alla scuola statale e l'assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti.

I GC aderiscono alla manifestazione dei precari della scuola.
Il concentramento è fissato in piazza della Repubblica (davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli) a partire dalle ore 14.00, dietro lo striscione dei Gc.

per info: giovanicomunisti.aq@gmail.com