Giovani Comunisti/e L'Aquila

mercoledì 16 dicembre 2009

Inaccettabile situazione studenti Reiss Romoli

comunicato stampa:

Inaccettabile situazione studenti Reiss Romoli

I Giovani Comunisti (PRC) sostengono in tutte le sue forme la mobilitazione degli studenti assegnatari degli alloggi Reiss Romoli.
Dai primi giorni abbiamo avuto modo di constatare il regime da caserma a cui sono sottoposti gli studenti assegnatari: coprifuoco, impossibilità di far accedere esterni nelle proprie stanze, addirittura 5 minuti di tempo per attraversare i due check-point tra l'ingresso e la residenza, altrimenti si viene segnalati!
Il contestato regolamento e il versamento dell'onerosa caparra (450-600 euro!) sono stati sottoposti dall'ADSU agli studenti con il ricatto esplicito: "se non ti sta bene, ci sono molti altri che possono entrare al tuo posto". Modalità incivile e inaccettabile a fronte delle più elementari richieste degli studenti. Ricordiamo che gli studenti pagano regolarmente il contratto d'affitto.
Questo mentre l'ADSU è corresponsabile di aver regalato alla Curia la gestione della casa dello studente realizzata con fondi pubblici dalla regione Lombardia, tagliando fuori centinaia di studenti idonei non beneficiari.
Non è certo questo il modo di far ripartire quell'Ateneo che era il cuore della nostra città, e quella casa dello studente che ne è diventata tristemente il simbolo.

Francesco Marola, portavoce
Simone Virgilii, resp. Università
Carmelo Campione, resp. Università, residente Reiss Romoli

Giovani Comunisti - Partito della Rifondazione Comunista

domenica 13 dicembre 2009

Giovedì 17 dicembre, Acqua in movimento - dibattito con Marco Bersani e Fabrizio Consalvi


Giovedì 17 dicembre, presso le Case Matte, Collemaggio - L'Aquila

Per la difesa dell'acqua pubblica:
Dibattito con Fabrizio Consalvi e Marco Bersani, autore del libro “Acqua in movimento” (ed. Alegre)

ore 19:30

cena sociale

ore 21:00

Fabrizio Consalvi (ATTAC Italia): l'esperienza della privatizzazione dell'acqua ad Aprilia (Latina)

Marco Bersani (Forum italiano dei movimenti per l'acqua): Acqua in movimento – ripubblicizzare un bene comune

Presentazione della campagna nazionale "Salva l'acqua"

Discussione


Comitato per l'acqua pubblica L'Aquila
http://comitatoacquapubblicalaquila.blogspot.com/

giovedì 10 dicembre 2009

FERRERO - PRC: TERREMOTO, DEL TUTTO INSUFFICIENTE LA SOSPENSIONE DELLE TASSE PER IL 2010 SENZA MISURE IN LINEA CON PRECEDENTI UMBRIA E MARCHE


Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale PRC-SE

Dopo le numerose passerelle ad uso mediatico, continuano le promesse mancate del Governo, che prosegue senza pudore a considerare i cittadini aquilani terremotati di serie B. Dopo aver più volte annunciato interventi sulla sospensione e la restituzione delle tasse in linea con quanto fatto per altri terremoti e calamità naturali, i terremotati aquilani vivono oggi con la speranza che l’ennesimo annuncio fatto da Bertolaso – sospensione del versamento dei tributi per il prossimo anno – trovi concretezza in un decreto ad hoc.
Ma la proroga della sospensione del pagamento delle tasse per il 2010, senza alcuna garanzia sui tempi e sull’entità della restituzione, è davvero ben poca cosa. La strategia messa in campo dal Governo, d’altra parte, è sempre la stessa: dalla politica degli annunci alla realizzazione concreta delle promesse è come passare dal giorno alla notte.
Alcuni esempi: il ministro Gelmini annunciò in una sua visita a L’Aquila che i tagli previsti sul personale della scuola, almeno per quest’anno, avrebbero risparmiato il territorio colpito dal terremoto.
Così non è stato, e centinaia di precari della provincia aquilana sono rimasti senza lavoro.
E’ stato detto fino allo sfinimento che entro l’inverno tutti gli sfollati avrebbero avuto una casa: a dicembre inoltrato, sono ancora 19 mila gli aquilani sulla costa e quasi tremila i nuclei familiari senza prospettive, abbandonati ad un’autonoma sistemazione forzata.
Il Governo ponga fine a questa offensiva speculazione sulla pelle dei terremotati e sulle tasse si comporti con il popolo del cratere aquilano come avvenuto con i cittadini di Umbria e Marche: inizio della restituzione non prima di 5 anni, nella misura del 40% del dovuto e dilazionata in 120 rate.

domenica 6 dicembre 2009

Giovani Comunisti/e @ no B day!


Nella manifestazione del No B Day le/i Giovani Comuniste/i hanno sfilato davanti allo spezzone della Brigata di solidarietà attiva per chiedere le dimissioni di Berlusconi e del suo governo, capaci di propagandare come risolto il problema della ricostruzione dell'Aquila mentre ci troviamo ancora in una situazione di estrema emergenza abitativa, occupazionale, economica. Vergogna!
L'enorme corteo è stato aperto dai tanti che hanno scelto di portare il colore viola perché è un colore non riconducibile a nessun partito. Noi invece abbiamo scelto il rosso perché è il colore dei lavoratori e delle lavoratrici di tutto il mondo, è il colore delle bandiere del Partito della Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra che, in una prova di forza straordinaria, a migliaia hanno riempito le strade di Roma.
E' stata una giornata importante per un paese che subisce duramente l'attacco della destra razzista e padronale, una giornata che ci dà forza e convinzione per continuare a lottare per la democrazia e l'alternativa.


da il Manifesto 6/12
Sorpresa, il corteo si tinge di rosso
di Matteo Bartocci

La manifestazione viola è colorata anche di rosso. Tanto. Organizzato. Orgoglioso. Con migliaia di bandiere rosse con falce e martello che punteggiano tutto il corteo fino a piazza San Giovanni. Rifondazione ha aderito alla manifestazione fin dal primo giorno insieme ad Antonio Di Pietro. Quando il successo della giornata era solo un miraggio e prevalevano sospetti e scetticismo. Anche con i pochi soldi rimasti in cassa ha contribuito con discrezione a centinaia di autobus da tutta Italia. E a fine giornata tra i dirigenti c'è il sorriso di chi, almeno per una volta, l'ha azzeccata, per dirla in dipietrese.
«Non è bizzarro chiedere le dimissioni di Berlusconi: è costellato di processi, è ritenuto colluso con la mafia e non sta facendo nulla per fronteggiare la crisi», commenta soddisfatto Oliviero Diliberto del Pdci. Paolo Ferrero (Prc) è invece molto critico con il Pd: «Mi fa specie che non ci sia. L'opposizione drammaticamente è solo qui in piazza - dice a piazza San Giovanni - ma dire no a Berlusconi è necessario per poter dire sì alle cose che vogliamo fare». Sinistra e Verdi intanto, esclusi dal parlamento, hanno cominciato a raccogliere le firme per diversi referendum: contro la legge 30 e il nucleare, per l'acqua pubblica.


da Liberazione 6/12
Questa è la vera scossa di cui il paese ha bisogno
di Dino Greco

Venerdì titolavamo il giornale dando corpo ad una sensazione che era anche un auspicio, una speranza: «Scesi in campo», scrivevamo sotto la foto di un gruppo di giovanissimi, stretti in gruppo, che tenevano nelle mani il manifesto del NoBDay. Ebbene, ieri, per le vie di Roma si è visto davvero qualcosa di nuovo, di inedito. E di promettente. Quella generazione che si è inseguita per settimane sulla rete, che ha via via preso coscienza di sé, della possibilità di un agire politico diretto si è ritrovata in piazza, per dire che Berlusconi e con lui tutto il marcio che ammorba questo Paese se ne deve andare. Un corteo impressionante, per la quantità delle persone che hanno raccolto l'appello e, ancor più, per l'intensità di una partecipazione che emanava consapevolezza di una responsabilità collettiva. Tutto il contrario di quella passività rassegnata che abbiamo temuto potesse prendere il sopravvento nel clima di degenerazione che si sprigiona dai palazzi del potere. Chi abbia seguito il serpentone fin dentro una piazza San Giovanni per una volta troppo piccola non può non aver ricavato un'impressione profonda. Perché la protesta corale, la richiesta condivisa di giustizia, di uguaglianza, di pulizia, era declinata in mille modi diversi, come se ognuno volesse dirlo in un modo proprio, con un segno, un cartello, uno slogan, un drappo del vestito. C'era il viola, colore adottato dagli organizzatori della manifestazione. E c'era il rosso delle bandiere della Federazione della Sinistra che in mattinata, in un teatro Brancaccio straripante, ha posto la prima, fondamentale pietra di una sinistra unita e plurale. E che ora è attesa al compito più impegnativo, quello di mettere radici in tutto il Paese e divenire - senza supponenza - interlocutrice dei movimenti, del variegato conflitto sociale, di una domanda di democrazia rimasta per troppo tempo inascoltata e men che meno rappresentata. La nottata non è certo passata. Ma forse qualcosa comincia a cambiare davvero.