Giovani Comunisti/e L'Aquila

lunedì 22 febbraio 2010

IV conferenza nazionale delle/dei Giovani Comuniste/i




19-21 febbraio 2010, Pomezia (Roma)

La IV Conferenza nazionale ha eletto il nuovo coordinamento nazionale, di 50 membri che, riunitosi subito dopo la fine dei lavori congressuali, ha eletto portavoce nazionali dell’organizzazione Anna Belligero (della federazione di Bari) e Simone Oggionni (della federazione di Bologna). A loro e a tutti i compagni e a tutte le compagne dei Giovani Comuniste/i il migliore augurio di buon lavoro!

Documento politico finale approvato dalla IV conferenza nazionale

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"Stato di emergenza e Protezione Civile"
Ordine del giorno approvato dalla commissione politica GC

A L’Aquila il terremoto del 6 aprile ci ha fatto conoscere da vicino l’intervento commissariale della Protezione Civile.
Nella gestione dell’emergenza post-sisma, se inizialmente è stata fornita una risposta efficace all’accoglienza degli sfollati, progressivamente è stato di fatto occupato un intero territorio, le popolazioni sono state ospedalizzate e le istituzioni democratiche elettive espropriate del potere decisionale sull’emergenza sociale, abitativa e lavorativa. Milioni di euro sono stati investiti nel piano C.A.S.E., quindi nella costruzione di nuovi moduli abitativi, mentre è stata tralasciata la ricostruzione della città.
Negli ultimi anni la Protezione Civile è stata progressivamente svuotata della sua funzione di prevenzione e monitoraggio dei territori a rischio, che nel nostro paese sono il 68% dei Comuni, e trasformata in struttura commissariale per la gestione di “grandi eventi” e la realizzazione di “grandi opere”. Recenti inchieste dimostrano che le procedure emergenziali sono state usate sistematicamente per andare in deroga alle norme stabilite e instaurare zone di eccezione all’interno dell’ordinamento democratico. Con questo sistema imprenditori senza scrupoli hanno potuto speculare liberamente sugli appalti, maggiorandone a dismisura i costi senza alcun controllo. Il tentativo, fortemente voluto da Bertolaso, di trasformare la Protezione Civile in SpA, ente di diritto privato, era volto a ridurre ulteriormente il già minimo controllo pubblico della struttura commissariale.
Si pongono due questioni: la necessità di rispondere a una vera e propria emergenza democratica, e la constatazione della fase di un capitalismo sciacallo della catastrofe che deve proclamare costantemente lo stato di emergenza per risolvere la propria crisi.
Come Giovani Comuniste/i, ci impegneremo affinché l’ente Protezione Civile cessi di essere usato come ente appaltante in deroga, strumentale alla risoluzione della crisi del capitale, e diventi uno strumento popolare e democratico per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, unica vera grande opera.

Francesco Marola, Simona Toppi, Giulia Candeloro, Grazia Di Ottavio, Luca Rossi, Davide Morante, Corrado Di Sante, Francesco D’Agresta (delegati GC Abruzzo alla conferenza nazionale)

venerdì 12 febbraio 2010

Terremoto, sciacalli e stato di emergenza: il 18 tutti a Roma contro protezione civile SpA


Notte del 6 aprile. Sciacalli (quelli veri) ridono per l'imminente torta di appalti da spartire. Noi non ridevamo. Ora è chiaro a tutti quali interessi si annidano dietro lo stato di emergenza permanente. Noi ne eravamo coscienti da tempo. Se non vogliamo che tutto resti inalterato, dobbiamo trasformare l'indignazione di queste ore in coscienza e lotta per cambiare lo stato di cose presenti.

da Osservatorio Civile

PROTEZIONE CIVILE: IL 18 FEBBRAIO LA PROTESTA CONTRO BERTOLASO E LA SUA SPA
SINDACATI, ASSOCIAZIONI, PARTITI, MOVIMENTI E COMITATI IN PIAZZA A ROMA E IN ASSEMBLEA ALL’UNIVERSITA’ LA SAPIENZA

AUTOBUS DA L'AQUILA ORE 8,00
RITORNO AL TERMINE DELL'ASSEMBLEA
Per informazioni e prenotazioni: 0862 204406

I giudici sanzioneranno le responsabilità penali, individuali, in capo a imprenditori, funzionari della Protezione civile e a Guido Bertolaso. Ma da subito si può e si deve discutere sulle responsabilità politiche.

Con la gestione di Guido Bertolaso la Protezione civile italiana è stata snaturata. Bertolaso ha abbandonato la previsione e prevenzione delle calamità naturali, come dimostrano le stragi ampliamente prevedibili di L'Aquila e Messina; ha messo in un angolo le componenti fondamentali della Protezione civile: volontari, vigili del fuoco, enti locali.

La protezione civile di Bertolaso ha agito per anni da governo parallelo, sospendendo le leggi per realizzare grandi appalti nei quali, con facilità, si sono introdotti imprenditori senza scrupoli. In Campania ha contribuito all'avvelenamento del territorio, agendo in deroga a tutte le norme su salute e ambiente e nascondendo questa illegalità dietro il segreto militare.

Per questo, ben prima degli scandali di cui parlano i giornali, Bertolaso si deve dimettere. E il governo deve abbandonare il proposito di far approvare il decreto sulla Protezione civile Spa. Contro questo provvedimento sono mobilitati sindacati, associazioni, partiti, movimenti e comitati che hanno sottoscritto l'appello di www.osservatoriocivile.org. E che il 18 febbraio, alle 10.00, saranno a piazza Montecitorio per dire no all'approvazione della Bertolaso Spa. Nella stessa giornata, alle 15,30, nella facoltà di Scienze Politiche della Sapienza, si svolgerà un'assemblea di tutte le realtà che hanno sottoscritto l'appello.


APPELLO: NO A PROTEZIONE CIVILE SPA

C’è poco tempo per impedire la privatizzazione delle emergenze; per impedire che il governo porti a compimento l’opera di snaturamento di uno strumento fondamentale, in un Paese a rischio come il nostro: la Protezione Civile. Con l’obiettivo di governare il territorio, fuori da ogni controllo democratico, sfruttando le emergenze.

Il decreto legge del 30 dicembre 2009 stabilisce la costituzione della Protezione Civile Servizi S.p.A. Si afferma che ciò viene fatto per “garantire un risparmio di tempi e risorse negli interventi del Dipartimento”. In verità, si costituisce una società di diritto privato ma a capitale interamente pubblico, che può agire da general contractor, detenere immobili, produrre utili, dirigere lavori: si privatizza, così, la gestione delle emergenze e quella dei grandi eventi. Introducendo gravi elementi di discrezionalità nella gestione di ricchi appalti. Sottraendo al Parlamento, alla rete del volontariato, alle organizzazioni dei lavoratori, agli enti locali il controllo sulle azioni della Protezione Civile. Il soccorso diventa un business direttamente gestito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Nello stesso decreto, inoltre, si procede ad assunzioni di dirigenti fidati con i fondi destinati ai cittadini aquilani e Vigili del fuoco dal decreto Abruzzo. Si decide l’acquisto dell’inceneritore di Acerra, pagando coi soldi dei cittadini un’impresa che ha gravemente contribuito all’emergenza rifiuti campana. Lasciando intatte tutte le deroghe ai codici ambientali, che permettono di realizzare discariche non a norma e di bruciare il “tal quale”.

In questi anni la Protezione Civile ha dismesso il suo ruolo originario. Ha tralasciato la previsione e prevenzione degli eventi calamitosi, lo dimostrano le numerose alluvioni e frane di quest’anno (Messina, Pisa, Liguria, Ischia). Ha gestito appalti per centinaia di milioni di euro per i grandi eventi (G8 from La Maddalena to L’Aquila, Mondiali di nuoto di Roma, giochi del Mediterraneo di Pescara). Ha permesso a sindaci e presidenti di regione di gestire il territorio con poteri commissariali, sottratti al controllo degli organi elettivi. Ha affrontato con strumenti militari, e in spregio a tutte le norme riguardanti ambiente e salute, l’emergenza rifiuti in Campania, contribuendo all’avvelenamento del territorio. Ha imposto a L’Aquila una gestione centralizzata e militarizzata dell’emergenza, lasciando, ancora oggi, 9mila sfollati negli alberghi sulla costa e imponendo il Piano C.A.S.E., che produrrà gravi danni all’assetto urbanistico e al tessuto sociale della città. Oggi la Protezione Civile sbarca ad Haiti, allo scopo di procurare appalti per la nuova S.p.A. e di conquistare un ruolo nel conflitto tra potenze mondiali giocato sulla pelle dei terremotati.

Contemporaneamente, con ordinanza di Protezione Civile, si decide di gestire l’emergenza carceri prevedendo la costruzione di ulteriori 27 strutture detentive sul “modello L’Aquila”.

Temiamo che con questi strumenti domani si potranno gestire le grandi inutili opere volute dal governo o la costruzione di centrali nucleari.

Non è questa la Protezione Civile che ci serve. Per questo vogliamo lanciare una grande campagna nazionale, coinvolgendo partiti, sindacati, associazioni, la rete del volontariato, enti locali e comitati dei cittadini. Per impedire che la Protezione Civile si trasformi in S.p.A. e per trasformare la Protezione Civile in uno strumento democratico di autoprotezione, utile a sostenere l’unica grande opera di cui il Paese ha bisogno: la messa in sicurezza del territorio.

firma l'appello

Hanno già firmato:

3e32
Associazione Onlus Cittadini per i Cittadini
Epicentro Solidale
Abruzzo Social Forum
A Sud Ecologia e Cooperazione Onlus
Rete AQ
Brigata di Solidarietà Attiva
Giovani Comunisti/e
Action Diritti
Comitato No Expo Milano
Movimento No Coke Altro Lazio
Forum Ambientalista
Presidio Permanente Chiaiano
Claudio Giorno, No TAV
Circolo per la Valorizzazione delle Terre Pubbliche
Comitatus Aquilanus
Rete No Ponte di Reggio Calabria
Associazione Inquilini Assegnatari RDB
Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa - ROMA

Antonio Crispi, Funzione Pubblica CGIL
Direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego
Rdb Vigili del Fuoco
Rdb Presidenza del Consiglio
Fp Cgil Protezione civile

Leoluca Orlando, IDV
Angelo Bonelli, Verdi,
Orazio Licandro, PDCI
Alfio Nicotra, segretario PRC Roma
Fabio Nobile, Segretario PDCI Roma
Maurizio Acerbo, PRC
Ivano Peduzzi, Consigliere Regione Lazio Prc
Circolo PD Presidenza del Consiglio dei Ministri.





venerdì 5 febbraio 2010

Raccolta firme a sostegno della delibera comunale per difendere l'acqua pubblica

Il Comitato acqua pubblica L'Aquila, composto da varie associazioni e liberi cittadini, sta portando avanti in questi giorni una campagna di raccolta firme a livello comunale per la difesa dell'acqua pubblica.

l'articolo 15 della legge Ronchi, emanata il 19/11/09, sancisce infatti la privatizzazione obbligata dei servizi pubblici locali a rilevanza economica, tra cui il servizio idrico pubblico.

è possibile tuttavia contrastare gli effetti di tale legge intervenendo sullo statuto dei comuni, integrandolo di un articolo che dichiara l'acqua come bene comune inalienabile e il servizio idrico come servizio pubblico privo di rilevanza economica.

l'esperienza dei comuni dove l'acqua è già stata privatizzata dimostra che gli esiti della privatizzazione sono esclusivamente negativi, sia nella gestione delle reti idriche che negli aumenti della tariffazione (fino al 400%).

Nel comune dell'Aquila è stata presentata dal consigliere Enrico Perilli (Rifondazione Comunista) una delibera, che a breve verrà discussa dal consiglo, che modifica lo statuto comunale in difesa del servizio idrico pubblico.

La campagna di raccolta firme del comitato acqua pubblica sostiene questa delibera, per dimostrare l'ampio e trasversale consenso popolare che ha la difesa dell'acqua e del servizio idrico pubblico, e per chiedere a nome della cittadinanza che il consiglio si pronunci in difesa dell'acqua pubblica.

La raccolta firme proseguirà fino alla discussione della delibera nel prossimo consiglio comunale. E' possibile nel frattempo firmare la petizione nelle sedi indicate sul blog del comitato, http://comitatoacquapubblicalaquila.blogspot.com, che verrà costantemente aggiornato.

Comitato acqua pubblica L'Aquila